Le esequie casalinghe negli Usa sono una scelta per risparmiare, ma anche un modo per congedarsi dai propri cari restando loro più vicini
Con la crisi i risparmi si fanno a 360 gradi. E si fa economia anche sul funerale. Negli Stati Uniti, la legge permette di non ricorrere ad un’agenzia di pompe funebri per seppellire il caro estinto. E sempre più famiglie, alla morte di un congiunto, tengono la salma in casa e provvedono personalmente alla sua sepoltura in giardino, senza ricorrere a un’impresa di onoranze funebri.
Gli Stati Uniti
“Funerale domestico”, è questo il nuovo fenomeno sociale che sta crescendo negli Usa, lo riferisce il New York Times. Se nel 2002 c’erano solo due ditte per il funerale “fai-da-te”, oggi ne esistono 45. E su cinquanta Stati americani, solo sei, Connecticut, Indiana, Louisiana, Michigan, Nebraska e New York impongono che la famiglia dell’estinto faccia ricorso a una impresa di pompe funebri. Gli altri 44 lasciano la libertà di disporre della salma, seppellendola nel giardino di casa che, per ospitare la tomba, dev’essere semirurale. Altrimenti si può decidere di tenere le ceneri in casa dopo la cremazione.
I costi
Rispetto al normale rito funebre che costa dai seimila dollari in su (4.300 euro), congedarsi dal caro estinto con una cerimonia casalinga costa meno di mille dollari: circa 300 dollari per una bara, 200 dollari per la consulenza su come preservare la salma e l’estremo saluto è pronto. I consulenti dell’ultimo addio fai-da-te sono chiamati “midwives”, ossia levatrici, perché sovrintendono al passaggio a un’altra vita. Jerrygace Lyons, un’organizzatrice di esequie casalinghe, ha dichiarato che “i congiunti si sentono molto più vicini all’estinto, il distacco da lui è molto più intimo ed è una forte esperienza emotiva”.
La crisi
Il “funerale domestico”, però, non è solo una scelta per risparmiare, ma anche un modo per congedarsi dai propri cari restando loro più vicini e svolgendo la cerimonia funebre nella massima intimità ed in un ambiente “familiare”.
In Italia, indagini effettuate hanno dimostrato che, in tempo di crisi, sono cresciute le cremazioni non solo per scelta, ma anche perché l’acquisto dei loculi e delle concessioni cimiteriali è diventata una spesa troppo costosa.

Gli Stati Uniti
“Funerale domestico”, è questo il nuovo fenomeno sociale che sta crescendo negli Usa, lo riferisce il New York Times. Se nel 2002 c’erano solo due ditte per il funerale “fai-da-te”, oggi ne esistono 45. E su cinquanta Stati americani, solo sei, Connecticut, Indiana, Louisiana, Michigan, Nebraska e New York impongono che la famiglia dell’estinto faccia ricorso a una impresa di pompe funebri. Gli altri 44 lasciano la libertà di disporre della salma, seppellendola nel giardino di casa che, per ospitare la tomba, dev’essere semirurale. Altrimenti si può decidere di tenere le ceneri in casa dopo la cremazione.
I costi
Rispetto al normale rito funebre che costa dai seimila dollari in su (4.300 euro), congedarsi dal caro estinto con una cerimonia casalinga costa meno di mille dollari: circa 300 dollari per una bara, 200 dollari per la consulenza su come preservare la salma e l’estremo saluto è pronto. I consulenti dell’ultimo addio fai-da-te sono chiamati “midwives”, ossia levatrici, perché sovrintendono al passaggio a un’altra vita. Jerrygace Lyons, un’organizzatrice di esequie casalinghe, ha dichiarato che “i congiunti si sentono molto più vicini all’estinto, il distacco da lui è molto più intimo ed è una forte esperienza emotiva”.
La crisi
Il “funerale domestico”, però, non è solo una scelta per risparmiare, ma anche un modo per congedarsi dai propri cari restando loro più vicini e svolgendo la cerimonia funebre nella massima intimità ed in un ambiente “familiare”.
In Italia, indagini effettuate hanno dimostrato che, in tempo di crisi, sono cresciute le cremazioni non solo per scelta, ma anche perché l’acquisto dei loculi e delle concessioni cimiteriali è diventata una spesa troppo costosa.

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