Mimi e la nazionale di pallavolo
Ciao a tutti,
da un po' di giorni ho iniziato a guardare le puntate di questo splendido cartone: Mimi e la Nazionale di pallavolo, ve lo ricordate? Secondo me è uno dei cartoni più belli che hanno mai trasmesso in Tv.
Mimì e la nazionale di pallavolo / Quella magnifica dozzina è uno spokon anime giapponese, prodotto nel 1969 dalla Tokyo Movie Shinsha, con la regia di Okabe Eiji e Kurokawa Fumio. La serie si compone di 104 episodi e deriva dal fumetto di Urano Chikako.
In Italia è andata in onda a partire dal 1981 con una prima tranche di 25 episodi sulle tv locali con il titolo Quella magnifica dozzina in cui la protagonista veniva chiamata solo "Ayuhara".
Trama di Mimi e la Nazionale di pallavolo
La serie che ha aperto il filone dei cartoni animati sportivi....E' un cult dell'animazione anni Sessanta - Settanta e, se si guardano i disegni e l'animazione, lo sforzo di produzione è stato davvero notevole.
Ritroviamo in Mimì le peculiarità dei cartoni sul filone sportivo: lo spirito di sacrificio, la tenacia e la costanza negli allenamenti, l'amicizia come primo valore, la sfida continua con se stessi per raggiungere il massimo (le Olimpiadi).
La trama è la solita: Mimì scopre la sua passione e le sue potenzialità nella pallavolo e le porta avanti, sfida dopo sfida, per arrivare alle vittorie ultime, sia nei campionati mondiali che con la nazionale.
Ovviamente non possono mancare le situazioni inverosimili, come la palla che scompare o i tiri che vanno al di là di ogni legge della fisica.
Il grosso limite di questo cartone credo sia il tono, in più punti troppo drammatico e spesso angosciante per il pubblico più giovane: ricordo l'ormai celebre episodio dell'allenamento con le catene oppure il trattamento riservato alle giocatrici, più da tortura che da gare sportive.
Probabilmente proprio per questo Mimì non ha conosciuto nuove repliche (che si sono interrotte, su Mediaset, nel 1995) a differenza di Mila e Shiro, simile nei contenuti ma sicuramente con un tono più ironico e scanzonato.

Ritroviamo in Mimì le peculiarità dei cartoni sul filone sportivo: lo spirito di sacrificio, la tenacia e la costanza negli allenamenti, l'amicizia come primo valore, la sfida continua con se stessi per raggiungere il massimo (le Olimpiadi).
La trama è la solita: Mimì scopre la sua passione e le sue potenzialità nella pallavolo e le porta avanti, sfida dopo sfida, per arrivare alle vittorie ultime, sia nei campionati mondiali che con la nazionale.
Ovviamente non possono mancare le situazioni inverosimili, come la palla che scompare o i tiri che vanno al di là di ogni legge della fisica.
Il grosso limite di questo cartone credo sia il tono, in più punti troppo drammatico e spesso angosciante per il pubblico più giovane: ricordo l'ormai celebre episodio dell'allenamento con le catene oppure il trattamento riservato alle giocatrici, più da tortura che da gare sportive.
Probabilmente proprio per questo Mimì non ha conosciuto nuove repliche (che si sono interrotte, su Mediaset, nel 1995) a differenza di Mila e Shiro, simile nei contenuti ma sicuramente con un tono più ironico e scanzonato.

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