mercoledì 17 giugno 2009

Lupi in Italia: pochi e minacciati

Per la difesa dei lupi italiani è pronto un accordo internazionale.

La Regione Liguria è impegnata in una notevole attività diplomatica a favore del lupo. «Per la sua posizione geografica che mette in connessione le Alpi con gli Appennini, la Liguria svolge una importante funzione di “ponte” per le popolazioni di lupo appenniniche e alpine», spiega l’assessore all’ambiente Franco Zunino, che ha chiamato a collaborare anche le regioni confinanti, a cominciare dal Piemonte e ha predisposto un Protocollo di accordo internazionale tra Italia, Francia e Svizzera.

I lupi, da poco tornati timidamente nei nostri boschi, non tarderanno ad avvicinarsi agli allevamenti di ovini e occorre sapere in anticipo come organizzare il risarcimento degli allevatori in caso di danni. Ma i risarcimenti non possono essere l’unica risposta.

La tutela del lupo richiede il recupero di un modo antico di gestire gli allevamenti. Secondo Carmine Esposito, che ha appena scritto un volume illustrato sul lupo (pubblicato dall’editore Franco Muzzio), «bisogna salvare il pastore per proteggere il lupo».

Nel senso che occorre restituire al pastore le conoscenze che servono a difendere il gregge senza aggredire il predatore. «Sorvegliare il bestiame, custodirlo in recinti a prova di predatore, affidarlo al cane da guardia più adatto alla difesa del gregge».

Più di un allevatore ha accusato le autorità di preferire la tutela del lupo a quella degli uomini e delle loro attività economiche. Ma la questione, secondo Esposito, è mal posta.

«Bisogna capire che la convivenza tra il lupo e le attività economiche delle zone interne è possibile. Certo, non si possono annullare i momenti di contrasto, ma si possono ridurre a livelli perfettamente tollerabili».

Nei parchi dell’Antola e dell’Aveto sono partite le iniziative di studio. Oltre al censimento, occorre individuare i “corridoi ecologici”, ossia le zone da riservare alla protezione, così come chiede l’Unione europea.

Un altro problema è evitare che branchi di cani randagi, a confronto dei quali i lupi sono spesso innocui come agnelli, possano impadronirsi del territorio e delle risorse messe a disposizione del lupo.

Il confronto è schiacciante: a fronte di 9 milioni di cani randagi censiti in Italia, i lupi sono stimati in poche centinaia su tutto il territorio nazionale. Ma c’è chi ha ancora paura di loro.

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